Caso Regeni

Comunicato del Direttivo di ASAI sul caso Regeni e iniziativa in corso

 

Bologna, 3 febbraio 2018

Giulio Regeni era un giovane studioso italiano che è stato assassinato nel corso della sua attività di ricerca scientifica in Egitto. Nessun atto potrà mai sanare la ferita sofferta dalla famiglia e dalle persone che gli erano veramente vicine, ma la memoria di questa tragedia può contribuire a mantenere in primo piano il “diritto alla verità” della famiglia stessa. Al contempo, tale memoria può farci anche ricordare il clima di violenza politica in cui tanti ricercatori, in primis africani, si trovano ad operare in vari paesi del continente. Anche per questi motivi il Direttivo dell’Associazione per gli Studi Africani in Italia (ASAI) segue con inquietudine le modalità con cui parte della stampa italiana sta affrontando il capitolo delle presunte responsabilità del mondo accademico rispetto all’omicidio, e vuole sottolineare come i criteri con cui vari articoli hanno messo al centro le attività professionali di alcuni docenti e ricercatori (come il nostro socio Gennaro Gervasio, ma anche colleghi come Maha Abdelhraman e Rabab El Mahdi) risultino particolarmente inopportuni nel momento in cui sono ancora in corso indagini e procedimenti per appurare gli artefici e i motivi dell’assassinio di Regeni.
Proprio per il pieno rispetto dell’attività inquirente il Direttivo di ASAI non intende in alcun modo entrare nel merito degli elementi oggetto di indagine, ma esprime invece tutta la propria preoccupazione per le gravi considerazioni che quegli stessi articoli lasciano trasparire relativamente alla metodologie e ai contenuti della ricerca accademica e scientifica sui paesi africani. Le parole, il tono e le illazioni espresse nei confronti dei ricercatori a cui gli articoli sono rivolti sono lesivi della dignità personale e professionale di tutti quei ricercatori e docenti da anni impegnati nella ricerca in questi contesti. Il Direttivo di ASAI intende stigmatizzare la superficialità con la quale parte della stampa italiana continua a trattare il mondo accademico e la libertà di ricerca, ignorando colpevolmente quelli che sono i canoni scientifici della “ricerca sul campo”. Il tema viene illustrato in maniera dilettantistica, con grave pregiudizio per la comprensione delle metodologie che sono alla base di qualsiasi studio in Scienze Umane e Sociali. Vale la pena di ricordare che senza la ricerca la comprensione di fenomeni sociali importanti, destinati ad incidere sulle scelte politiche anche dei paesi europei, troverebbe un ostacolo se possibile maggiore di quelli che già si devono superare a causa di pregiudizi e paure purtroppo ancora troppo presenti nelle nostre società.
Il Direttivo di ASAI è fiducioso che la necessaria salvaguardia di una ricerca scientifica libera e indipendente possa raccogliere il consenso di tutti i possibili interlocutori del mondo scientifico e accademico, e dunque confida che anche tutti gli attori nel campo dell’informazione condividano l’esigenza di evitare facili approssimazioni nelle ipotesi formulate, nel linguaggio impiegato e nelle conclusioni, esplicite o implicite, offerte al pubblico. Anche per questi motivi, il Direttivo di ASAI è lieto di comunicare la prossima partecipazione della nostra Associazione all’organizzazione di una giornata di studi sulla ricerca di Giulio Regeni e in sua memoria, promossa dalla Società per gli Studi sul Medio Oriente (SeSaMO) assieme alla British Society for Middle Eastern Studies (BRISMES) e all’European Network of Middle Eastern Studies (EURAMES) presso l’Università degli Studi di Catania. I dettagli definitivi verranno comunicati appena disponibili.

Il Direttivo di ASAI

 

La versione pdf del comunicato è disponibile qui.

 


 

Una Tavola Rotonda su Giulio Regeni

Nel settembre 2016, ASAI ha promosso una tavola rotonda dal titolo “Libertà di ricerca a rischio: riflessioni a seguito dell’omicidio di Giulio Regeni”, nell’ambito della IV Conferenza dell’Associazione per gli Studi africani in Italia a Catania.

A parlare del caso Regeni e a raccontare la propria esperienza di studio e ricerca in Paesi del Nord Africa sono stati gli studiosi e africanisti Maria Cristina Ercolessi (Università di Napoli “L’Orientale”); Cristiana Fiamingo (Università di Milano), Luca Jourdan (Università di Bologna), Francesco Correale (French National Centre for Scientific Research) e Nicola Melis (Università di Cagliari). A presiedere l’incontro è stato il prof. Federico Cresti (presidente di Asai, ordinario di Storia dell’Africa nell’Università di Catania e direttore di Cosmica, il Centro d’Ateneo per gli studi sul mondo islamico contemporaneo e l’Africa).

Il video dell’incontro è disponibile qui.