Vivre sur le seuil. Rencontres congolaises

S. Federici, R. Giordano, E. Quaretta (sous la dir. de), Vivre sur le seuil. Rencontres congolaises, « Africa e Mediterraneo », Bologne, n. 90, 2019

Gli artisti raccontano il presente, immaginano il futuro, criticano quando non provocano. Gli studiosi (storici, antropologi, linguisti, curatori d’arte e critici letterari) impegnati nel progetto «Mobilità-stabilizzazione: rappresentazioni congolesi e dinamiche sociali, in Congo e nel mondo», a cui è dedicato questo numero di Africa e Mediterraneo, hanno chiesto a quindici giovani creativi congolesi di compiere insieme percorsi di ricerca sui temi più controversi e dolorosi della contemporaneità, come la condizione postcoloniale, la subordinazione politica ed economica, la migrazione, l’identità e le sue rappresentazioni, la memoria e il patrimonio culturale, le eredità della violenza coloniale… in Congo e non solo.All’inizio del dossier, un saggio del grande storico Bogumil Jewsiewicki ci ricorda che “la memoria occidentale della colonizzazione è una memoria semantica che i discendenti dei colonizzati condividono con i discendenti dei colonizzatori. Il sentimento di superiorità degli uni ha come controparte il sentimento di vergogna degli altri, il razzismo procede fianco a fianco con la fissazione sullo sguardo dell’Occidente.” La sua lettura di Cuore di tenebra di Conrad ci consegna una base di riferimenti e riflessioni fondamentali per nutrire la consapevolezza di cui abbiamo bisogno per decodificare e contrastare le discriminazioni dell’oggi, mostrando che il racconto di Conrad è “allo stesso tempo un oggetto letterario che perpetua il pregiudizio e un paradigma di rappresentazione globalizzata del Congo, dell’Africa, dei rapporti tra i dominanti e i dominati nell’era moderna” e che la sua grande fortuna letteraria “ha trasformato la finzione letteraria in memoria del reale”.