Du lac Tchad à La Mecque. Le sultanat du Borno et son monde (XVIe-XVIIe siècles)

Rémi Dewière (Post-dottorante, EHESS – CAK),  Éditions de la Sorbonne, Paris, 472 pp.

Rivoltiamo le carte. Il Sahara è al nord. La sua riva, il Sahel, spacca l’Africa in due dall’Atlantico al mar Rosso. In suo centro, il lago Ciad, è un luogo d’incontro tra migranti, pastori, mercanti e pellegrini che vi si recano dai quattro angoli del continente. Questa regione, più conosciuta oggi per le attività jihadiste di Boko Haram, fu all’epoca moderna un crocevia per gli scambi economici, umani e culturali del Sahel et del Sahara, fino al Mediterraneo. Fu là che, tra l’attuale Niger, Nigeria, Ciad e Cameroon, la dinastia dei Sefuwa pose le basi di un potente stato islamico : il sultanato del Borno. Percorrendo e organizzando il proprio territorio, intraprendendo il pellegrinaggio alla Mecca anche a rischio della propria vita, i sultani del Borno s’imposero come degli interlocutori di primo piano nel mondo musulmano del sedicesimo e diciassettesimo secolo.
Un imam della corte, Ahmad b. Furtu, ha lasciato una testimonianza eccezionale di questo capitolo della storia moderna dell’Africa, attraverso la narrazione dei quindici primi anni di regno del sultano Idris b. ‘Ali (1564-1596), anche noto con il nome di Idris Alawma. La sua opera delinea un ritratto mozzafiato dell funzionamento di uno stato saheliano all’epoca moderna e delle sue relazioni con il mondo che lo circonda. Rivalutando il suo sguardo e considerando le dinamiche ambientali, sociali e politiche del suo tempo che questo libro, con il ricorso a numerose carte e appendici, intende ridare al sultanato del Borno il suo posto nel mondo, dal lago Ciad alla Mecca.